Spider-man Homecoming: un’adolescenza hi-tech

Torniamo a parlare di supereroi. Dopo Wonder Woman (per leggere la recensione del film cliccate qui), ora è il turno di Spider-man.

Benvenuti nella prima versione di Spider-man che ci risparmia l’intro di almeno 30 minuti su come si diventa superfighi grazie al morso di un ragno geneticamente modificato e poi ci si arrabbia per un lutto famigliare e si spacca tutto. La sappiamo tutti a memoria, era ora che la smettessero, anche perché forse sono finite le variazioni del tono di voce nella scena top in cui Peter piange sul corpo dello Zio Ben (probabilmente l’unico personaggio della storia Marvel a trovare un posto nel mondo passando a quell’altro).

Detto questo, non fatevi ingannare dalla sigla punkettona dell’inizio e della fine, nel mezzo ci si annoia e parecchio.

Uno spider-man adolescente che non ci convince del tutto

Spider-man improvvisamente, come noto da Avengers – Civil War in cui aveva già fatto la sua comparsata, è un ragazzino, più giovane ancora del fu Andrew Garfield, che era più giovane (e sveglio) del fu ormai nonno Tobey Maguire. Nella prossima edizione probabilmente Mr Parker verrà morso nella culla e finalmente avremo baby spidey.

Giovane e un po’ lesso, se vogliamo dirla tutta, discolo, ma con moderazione: in realtà combina casini a scuola solo per guadagnarsi l’approvazione del padrino IronMan…una scusa come un’altra per infilare nello schermo il prezzemolino Robert Downey Jr., “che tanto con lui sbanchiamo a mani basse” – mi sembra quasi di sentirli.

E poi? E poi in questo universo patinato da commedia liceale, dove non si fa che parlare di “decathlon culturale” (cosa? eh, boh), c’è la nuova fiamma della scuola e gli amici di etnie diverse che fanno tanto politicamente corretto.

Ed è subito Birdman!

E poi c’è la tuta hi-tech che si chiama Karen (perché?) e il vecchio avvoltoio Michael Keaton, che ricorda tanto sé stesso in Birdman: evvai Michael, alla fine ce l’hai fatta a tornare tra i supereroi!

Spider-Man-Homecoming-Poster-Italia

Conclusione? Nonostante Birdman, Spider-man non ci è piaciuto per niente

Spider-man Homecoming ha poche vere scene d’azione e tanti tentativi, più o meno riusciti, di far ridere.

Insomma, bene ma non benissimo. E tutto molto interessante, ma anche no.

Ne esce uno Spider-man romanzo di formazione, la storia di un giovanotto che vuole crescere in fretta e guadagnarsi il costumino nuovo, ma la realtà è che dovrebbe guadagnarsi carattere e spessore come personaggio per essere un vero Avengers.

Se questa nuova sperimentazione convincerà il pubblico lo vedremo, a me nel frattempo viene un po’ da piangere come a Tobey nella celebre gif. Perché tutti noi lo immaginiamo così, a lamentarsi, in un angolo, piagnucoloso, dopo aver visto che adolescenza indegna è stata scritta per il suo amato Spider-man.

 

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Matteo Sola

Matteo Sola

Mi piace il cinema, la musica rock, la pallavolo e tutto ciò che è fuori dal coro, per questo ho studiato criminologia e ho scelto di occuparmi della cosa più stramba nelle aziende, la formazione. Attualmente mi destreggio tra digitale nel lavoro e film-concerti appena posso nel tempo libero (quale?). Obiettivo: trovare una fonte di ispirazione al giorno.